30 novembre 2009

Turamara


Qualche settimana fa il papà di un'amica ha invitato me e i miei suoceri, in visita a Tahiti, alla festa dei morti. La cosa ci è sembrata piuttosto strana, e sicuramente un po' macabra, ma dopo parecchie insistenze, abbiamo accettato di andare.
Ci siamo dati quindi appuntamento domenica 8 novembre alle 18:00 sulla tomba di un loro parente al cimitero della città di Punaauia.
Da quando sono in Polinesia non ho mai avuto occasione, fortunatamente, di assistere ad un funerale o di entrare in un cimitero. Abituata ai nostri riti sobri e un po' tristi, sono rimasta davvero sorpresa davanti allo spettacolo che si è presentato al nostro arrivo. La strada era bloccata dal traffico, e trovare un parcheggio è stato difficile. Una flusso di persone si dirigeva verso la chiesa, tutte con le braccia cariche di bouquet, corone e collane di fiori.



Il cimitero, dietro la chiesa, era già stracolmo di gente. Le tombe sembravano dei giardini, delle aiuole ricche di fiori tropicali, colorati e profumati. La notte cominciava a calare, e migliaia di candele brillavano nella luce del crepuscolo. Ma forse, più che un giardino, sembrava una falò in spiaggia, perchè la tradizione vuole che, sulle tombe, si debba portare la sabbia bianca delle Tuamotu.



Alle 18:00 è cominciata la messa, prima in tahitiano e poi in francese. Ammetto di non aver seguito molto il sermone, ero troppo occupata ad osservare questo luogo e la gente presente. Fiori ovunque, intere famiglie riunite sulle tombe dei propri cari, bambini che facevano castelli con la sabbia e palline sempre più grandi con la cera delle candele. E le nonnine attente, che cantavano, con le loro splendide corone di fiori sulla testa.


La notte è scesa velocemente, aiutata dai nuvoloni grigi che sembrano una costante in questa stagione delle piogge. Ma al cadere delle prime gocce nessuno si è scomposto. Gli ombrelli si sono aperti e la cerimonia è continuata come se niente fosse sotto una pioggia torrenziale.




Verso le 19:00 è finito tutto. Le persone hanno cominciato ad andarsene, ma molti sono rimasti a chiacchierare e controllare per l'ultima volta la disposizione delle composizioni floreali.

Non mi sono mai piaciuti i cimiteri, in particolare la loro atmosfera pesante e triste. Eppure questo luogo, identico in tutto e per tutto ai nostri, si è rivelato un'esperienza molto diversa.
La festa dei morti a Tahiti non è un'occasione di cordoglio, di lacrime e nostalgia, ma una celebrazione, una festa in onore di chi non c'è più, e in onore alla vita...

23 novembre 2009

Piove



Piove. E piove ancora, continuamente.
Quest'anno la stagione delle piogge è arrivata molto prima del previsto. La presenza del Niño ha anticipato di due mesi l'estate.
L'estate polinesiana va da ottobre a marzo, è calda e molto umida, le precipitazioni sono abbondanti, così come le zanzare.
Da aprile a settembre è inverno, il clima è secco e l'aria meno afosa e più respirabile, e capita di tirare fuori un maglioncino dall'armadio per le serate in terrazza.
Non c'è paragone coi cambiamenti stagionali a cui siamo abituati noi. La temperatura rimane pressochè stabile durante tutto il corso dell'anno, eppure i tahitiani non amano andare al mare in luglio, perché l'acqua è troppo fredda (25 gradi!).
È strano vivere senza stagioni. Non ci si rende conto del passare dei mesi. Non avrei mai creduto che mi sarebbe mancato il freddo. Ma a dire il vero non è il freddo a mancarmi realmente, è tutto ciò che associo ad esso. Mi mancano i fuochi nel camino, le caldarroste, i funghi, la neve...
Ho trovato un buon compromesso, per sentire meno nostalgia: l'altezza! La mia casa si trova in "montagna" a circa 500 metri di altitudine, che mi permettono di soffrire meno il caldo in estate (se solo la smettesse di piovere) e di avere un assaggio di inverno in luglio ed agosto. La mattina presto e la sera si chiudono le finestre e le porte, si indossano maglie in pile e calze, e si dorme sotto un piumino leggero.
Ora però devo prepararmi psicologicamente ad affrontare una stagione delle piogge che si annuncia lunga ed intensa.
Almeno non avrò bisogno di riempire la piscina...

20 novembre 2009

Benvenuti

Benvenuti a casa mia.
Tahiti, sebbene non sia la più bella e paradisiaca delle isole della Polinesia Francese, offre comunque dei paesaggi mozzafiato. Dalla costa ovest è possibile godere della vista di Moorea, l'isola sorella, poco distante e raggiungibile velocemente via mare o via aria.
Ecco quindi un assaggio di panorama dal mio fare.
I cambiamenti di colore di Moorea scandiscono le mie giornate.
La mattina presto si colora di rosa.

                               

Quando il sole è alto nel cielo, il blu, in tutte le sue tonalità, brilla fino all'infinito. Moana in tahitiano è il blu profondo, e significa mare aperto, al di là della barriera corallina. È sinonimo di cambiamento, di viaggio.

          

La notte arriva velocemente, l'appuntamento col tramonto dura un istante, ma può essere molto intenso.

          

Alle 18:00 è già buio, e di Moorea restano solo poche luci sparse.
Dopo più di due anni a Tahiti ancora non riesco ad abituarmi alla velocità con cui il sole si alza e se ne va a dormire. Ma per quanto la notte sia scura e profonda, le ore di luce sono limpide e brillanti. È come se Elio e Selene facessero a gara a chi splende di più...

Tupai

Se si ha la fortuna di atterrare a Tahiti durante il giorno, si possono ammirare da cielo le splendide isole polinesiane, come Bora Bora, Huahine, Maupiti e isolotti e atolli minori, altrettanto belli, dalle forme più strane.
Ecco a voi Tupai, atollo dipendente da Bora Bora. La perla del pacifico ha anche un cuore.